Le prime attestazioni

Il toponimo Fornaledo, più precisamente compare una prima volta in una carta dell’1 aprile 908 con la quale Austroberto, abate di Santa Maria in Organo, concede ai chierici Giovanni e Giselberga, del castello di Verona, due colonicae in Valpolicella.

La colonica di Fornaledo, aggiunge il documento, era retta in quel momento da Gisemberto, arimanno, cioè un uomo libero, vivente secondo la legge longobarda.

La Colonica

La “colonica” rappresenta un concetto fondamentale nell’ambito dell’agricoltura storica. Si tratta di un’unità agricola completa, tipicamente composta da una o più abitazioni, un orto, un’aia e varie terre coltivate.

Questa configurazione non è solamente un insieme di terreni e edifici, ma una vera e propria azienda agricola autosufficiente, gestita da un colono. Questa figura, molto probabilmente residente in loco, aveva il compito di occuparsi dell’intero ciclo dei lavori agricoli durante l’anno.

Invece di rendere conto ai monasteri, come era uso comune, in questo specifico contesto il colono riportava direttamente al chierico Giovanni, detentore del diritto di enfiteusi sulla terra. Questa struttura rappresentava un modello di gestione agricola efficiente e autosufficiente, fondamentale nell’economia rurale dell’epoca.

Giovanni Fornaledo

La storia poi tace per 500 anni fino al 1410 quando il testamento di Giovanni detto da Fornaledo, un agricoltore benestante proprietario di casa, che vive coltivando campi che producono uva da vino, olio, legumi e cereali.

Giovanni non disdegna altresì di tenere anche qualche capo di bestiame per la produzione di lana, di carne e di latte, così come in zona avranno fatto altri agricoltori di collina, anche allora caratterizzato appunto dalla presenza di viti, di olivi, di colture foraggere e cerealicole.

Una profonda ristrutturazione

Alla fine del XVI secolo, gli edifici che costituiscono la nostra storica corte subirono un’importante ristrutturazione. Questa trasformazione è evidente non solo attraverso l’analisi delle strutture murarie e l’elevata qualità delle porte e finestre, i cui contorni sono finemente scolpiti, ma anche grazie a un dettaglio distintivo: l’anno 1568, inciso sulla chiave di volta dell’arco del piccolo portale che dà accesso all’abitazione dalla strada.

Questa data coincide perfettamente con lo stile architettonico del fronte dell’edificio, ancora influenzato dai canoni rinascimentali adottati nell’edilizia contemporanea della vicina città di Verona. È probabile che questa opera di rinnovamento sia stata intrapresa dalla famiglia Fornaledo stessa, che continuò a risiedere qui almeno fino alla fine del XVIII secolo.

La presenza dei Borghetti in questa località è documentata solo in seguito, con la prima attestazione risalente al 1825, tramite uno “Status animarum” della parrocchia di Marano. Questo rende la nostra corte non solo un luogo di residenza storica, ma anche un testimone silenzioso e maestoso delle evoluzioni architettoniche e sociali della regione.

La famiglia Borghetti

Tutto ciò lo si deduce da alcuni documenti conservati presso l’archivio della parrocchia di Marano e in particolare dai vari volumi che accolgono le registrazioni dei defunti.Possiamo quindi affermare che i Borghetti hanno acquistato la proprietà del complesso di Fornaledo prima del 1825.

A conferma di ciò non resterebbe che rintracciare l’atto di vendita da parte di un Fornalè a Giammaria Borghetti (nato nel 1751 e morto nel 1833) del fu Fiorio Borghetti (nato nel 1724), ma non conoscendo il nome del notaio che ebbe a rogare l’atto, diventa assai difficile riuscire nell’impresa.

Una verifica dei dati forniti dai sommarioni del Catasto austriaco ci conferma che al 1840 la casa colonica segnata al n. 752 è intestata a Fiorio Borghetti (nato nel 1785 e morto nel 1855) del fu Giammaria Borghetti al quale sono assegnati anche i vicini numeri catastali costituenti la corte.

La nostra linea temporale

908
Ecco il primo documento che parla della località e della campagna "Fornaledo".
1800
Arrivo della famiglia Borghetti La famiglia Borghetti acquista e si trasferisce nella proprietà di "Fornaledo".
2008
La nascita della cantina Corte Fornaledo. 
Nell'anno 2009 Giacomo e Francesco decidono di iniziare la loro cantina Corte Fornaledo.
2009
La prima annata per i nostri vini
. L'anno 2009 è stata la prima annata per i nostri vini.
2010
Nasce il nostro Verona Rosso IGT. 
Nell'anno 2010 nasce il nostro Verona Rosso IGT.
2019
Esordio dell'Amarone della Valpolicella Classico. 
Finalmente l'esordio dell'Amarone della Valpolicella Classico RISERVA 2009 affinato circa 8,5 anni in botti di rovere.

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